La guerra in Ucraina ha profondamente toccato anche la comunità scientifica internazionale che può vantare una ricchissima storia di Science Diplomacy in favore della pace fra i popoli.

Come riporta il blog della Senatrice Elena Cattaneo, oltre 600 scienziati e divulgatori scientifici russi hanno sottoscritto una dura lettera aperta contro la guerra di aggressione russa in Ucraina.

Alla lettera degli scienziati russi fa riferimento anche un appello della Federazione Europea delle Accademie di Scienze e Lettere in sostegno dei cittadini e delle istituzioni accademiche dell’Ucraina. 

In Italia, l’appello è stato ripreso dall’Accademia dei Lincei e dalla Federazione Italiana Scienze della Vita, cui aderiscono 20 società scientifiche a loro volte animate da 10.000 ricercatori (si veda il comunicato FISV pubblicato su Sanità24).

Si pone quindi il problema di accompagnare le manifestazioni di sdegno e di esecrazione della guerra con atti concreti di solidarietà verso l’Ucraina, come richiesto in una recente intervista  da Olga Polotska, executive director della National Research Foundation of Ukraine (NRFU).  Un contributo in questa direzione è venuto dal MUR che a fine febbraio ha istituito un fondo da 500 mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività in Italia. Inoltre l’APRE, Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea ha aperto una pagina online dedicata a #ScienceforUkraine, l’hashtag da utilizzare per iniziative a supporto di studenti e ricercatori ucraini.

Decisamente più articolate sono le posizioni in merito a iniziative che mirino a isolare l’aggressore russo: in tal caso, le reazioni sinora manifestate non sono univoche e concordanti, si veda l’articolo dell’agenzia giornalistica Science|Business sulle variegate prese di posizione espresse in ambito europeo in merito al mantenimento, o meno, di rapporti di collaborazione scientifica con la Russia.